Stima dei Danni Indiretti

La consulenza nella gestione dei rischi di interruzione attività (Danni indiretti)

Le conseguenze derivanti dall’interruzione di attività a seguito di un sinistro possono essere ben più rilevanti di quelle provocate dai danni diretti.

S.It.Val – Società Italiana Valutazioni assiste i propri clienti nella determinazione del margine di contribuzione e dei danni indiretti.

Il rischio di interruzione d’esercizio può essere definito come l’eventualità di subire perdite economiche a seguito del manifestarsi di eventi aleatori in grado di causare un’interruzione, totale o parziale, dell’attività d’impresa. I danni indiretti sono quindi quelli che – a seguito di un interruzione dell’attività – colpiscono il conto economico dell’azienda, con conseguenze negative per ciò che concerne i termini di consegna, i ricavi e soprattutto gli utili.

Contestualmente al calo di fatturato, l’azienda è comunque tenuta a sopportare i costi fissi o insopprimibili, che – in alcuni casi – possono addirittura lievitare per le maggiori spese sostenute allo scopo di ridurre al minimo il periodo di inattività.

Formule forfetarie o formule tecniche?

Le più diffuse forme forfetarie possono essere:

  • “a percentuale”, calcolata come percentuale del danno diretto
  • “a diaria”, in base ad una cifra giornaliera stabilita in funzione dell’utile lordo
  • “a maggiori costi”, considerando gli esborsi sostenuti nel periodo di ripristino
  • “a unità di produzione” in base alle unità prodotte prima e dopo sinistro
  • La mancanza di una correlazione diretta tra le conseguenze dell’accadimento sinistrorso sul reddito aziendale e le modalità con cui viene calcolato l’ammontare indennizzabile ha, comunque, portato alla affermazione delle forme tecniche nelle versioni tradizionali della:
  • “Loss of Profit” oppure,
  • “Margine di Contribuzione”

Quali sono le differenze tra le due forme tecniche?

Nel primo caso la polizza copre la perdita di profitto lordo, oltre alle spese supplementari ( al netto del risparmi di spesa), mentre, nel secondo, si vuole garantire la perdita del margine di contribuzione sempre al netto delle spese supplementari.

Anche il calcolo della perdita di profitto in caso di sinistro segue criteri diversi: nel primo caso il rapporto di profitto lordo viene applicato alla diminuzione del volume d’affari, mentre nella polizza a “Margine di contribuzione” il reddito cessante è la differenza tra il margine a budget e quello effettivamente realizzato durante il periodo di indennizzo.

Che cosa comporta la stima?

  • L’individuazione delle aree critiche in caso di sinistro
  • Ipotesi circa i tempi di inattività dell’azienda
  • Determinazione della perdita di fatturato
  • Studio di misure dirette a limitare la perdita di fatturato
  • Calcolo del periodo di indennizzo
  • Analisi della performance reddituale e del budget
  • Suddivisione dei costi complessivi tra fissi e variabili
  • Calcolo del margine di contribuzione o del profitto lordo